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SETTE

BEATE MARTIRI

Sette monache dell'Ordine della Visitazione proclamate beate da Giovanni Paolo II il 7 luglio 1997: Suor Maria Gabriella, Suor Teresa Maria, Suor Maria Cecilia, Suor Maria Ines, Suor Josefa Maria, Suor Maria Angela, Suor Maria Engracia

LA PERSECUZIONE SPAGNOLA


La comunità del primo Monastero della Visitazione di Madrid (Spagna) ebbe molto a soffrire, per via della persecuzione religiosa spagnola ad opera dei comunisti, dal 1931 al 1939, dovendosi disperdere più volte.
Per disposizione dei Superiori, la Comunità si rifugiò nella Navarra lasciando nel Monastero solo un piccolo gruppo di Sorelle per evitare che lo incamerassero.

 

Nel 1936 la Superiora affittò un piccolo appartamento vicino al Monastero, affinché le poche Sorelle rimaste vi si potessero rifugiare quando le circostanze le avessero obbligate ad abbandonarlo; raccomandò loro di "non separarsi mai", nei limiti del possibile.
Rimaste sole le sette Sorelle andarono davanti al Tabernacolo per chiedere a Dio il dono della fortezza e rinnovarono il sacrificio della loro vita abbandonandosi alla divina Volontà, sacrificio che si sarebbe consumato con il martirio.

Ai primi di luglio furono costrette a trasferirsi nell'appartamento affittato dal Monastero. All'inizio ebbero il conforto di poter ricevere alcuni Sacerdoti per la celebrazione della S. Messa, ma in seguito, facendosi violenta la persecuzione, anche questo divenne impossibile. Dopo alcuni giorni di dolorosa solitudine, usando del privilegio che la Chiesa concede nei tempi di persecuzione, la sorella di una futura Martire portava loro l'Eucaristia. Con quanto desiderio era attesa!

Qualcuno le denunciò e incominciarono i controlli ed i saccheggi. Il portinaio dell'abitato si offrì di metterle in salvo facendole uscire alla spicciolata, una ad una, ma tutte dissero che preferivano rimanere unite ed erano disposte a morire per Dio: "Il Signore ci fa capire che da un momento all'altro ci donerà la palma del martirio. Che felicità!" I miliziani le minacciarono che il giorno successivo sarebbero andati a prenderle. Passarono tutta la notte in preghiera per prepararsi nel modo migliore. Infatti il 18 novembre si presentò una pattuglia della F.A.I.

Uscirono molto serene con generoso coraggio, dirigendosi verso l'autocarro; tutte fecero il segno della croce, testimoniando così la loro fede in Dio davanti agli uomini. In quel momento si udì un clamore e un grido: «Dovrebbero fucilarle qui sul posto, perché facendo il segno della croce ci sfidano».

Quando il camion arrivò in uno spiazzo, fecero scendere le sorelle fucilandole mentre mettevano i piedi per terra.

 

Suor Maria Cecilia, di 26 anni, sentendo gli spari e accorgendosi che Suor Maria Gabriella si accasciava al suolo mentre la teneva per mano, si mise a fuggire istintivamente, terrorizzata, ma subito si riprese e si consegnò di nuovo, dicendo:

«Sono una religiosa».
Incarcerata, incoraggiava i compagni di prigionia a soffrire per Dio, edificandoli con la sua pazienza e con

la profonda e convinta adesione alla volontà di Dio.

Cinque  giorni  dopo,  il 23 novembre,  veniva fucilata  nel cimitero di  Vallecas, dando la vita per Cristo, al

seguito delle sue Consorelle.

 

La croce di suor Maria Cecilia trapassata

da un proiettile

 

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